Le Dryopteridacee sono una famiglia di felci distribuita in tutto il mondo, appartiene al’ ordine Polypodiales.
Fù scoperta da Wilhelm Gustav Franz Herter, botanico e micologo tedesco, nel 1949.
Comprende circa 40-50 generi e 1700 specie di cui i generi più diffusi, circa il 70%, sono piante ornamentali:
– 600 Elaphoglossum, felce della lingua di cervo.
– 260 Polysticum, felce agrifoglio, (soggetti da giardino, Durante il periodo vittoriano, dal 1837-19001 alcune specie di questa pianta e delle Dryopteris erano molto ricercate dai giardinieri per allestire boschi, parchi e giardini, purtroppo molte piante di questi generi non sono più disponibili)
– 225 Dryopteris, felce scudo, scudo, legno o quercia, (sono soggetti da giardino, il rizoma e altre parti di queste piante viengono utilizzato ancora oggi dagli indigeni Sud Africani Zulu e dagli indigeni Basotho del’ Africa Meridionale per curare una serie di disturbi sia negli animali che negli essere umani)
– 150 Ctenitis,
oltre a:
– Runohra, felce sette settimane, (soggetti da giardino, 507 specie in tutto il mondo, poche specie in Sud Africa, le fronde sono molto ricercate nel settore fioristico per la loro bellezza e longevità ).
– Nothperanema, felce setola,
– Aracniodi, felce agrifoglio delle indie orientali,
– Cyrtomium, felce agrifoglio venato di rete, soggetti da giardino,
– Didymochlaena, felce capelvenere (15 generi con 207 specie sono Boliviane, soggetti da laghetti e stagni).
È costituita da piante che crescono sulle rocce, Epipetriche, Epifite e Emi-epifite.
Circa un centinaio di anni fa, le Dryopteridacee appartenevano alla famiglia delle Eupolypods.
Nel 1990 Karl Ulrich Kramer, Pteridologo cioè studioso di felci e raccoglitore di piante di origine tedesca, insieme ad altri autori volevano allargare ampiamente la famiglia Dryopteridacee includendovi altre famiglie quali le Tectariaceae, le Woodsiaceae e le Onocleaceae, ma nel 2006 Connor Smith, orticoltore e botanico scozzese insieme ad altri studiosi rifiutarono questa versione trovandola Polfiletica, poiché non trovarono al loro interno alcun antenato comune, anche l’ inclusione delle Didymochlaena, le Hypodematium e le Leucostegia nella faniglia Dryopteridacee è ancora in dubbio, se anche queste dovessero esse escluse, la famiglia sarà fortemente sostenuta come monofiliatica, cioè derivata da una stessa linea ancestrale.
Le Dryopteridacee sono conosciute come Felce di legno negli habitat delle praterie e come Felce di Quercia nelle foreste tropicali, perché crescono numerose nelle foreste di quercia nel’ emisfero settentrionale.
Hanno fronde sono divise in modo appuntito, generalmente uguali, Monomorfiche, alterate morfologicamente, Dosmorfiche, simili a scaglie, Squamose, con semi, Glandolari o provviste di peli, Villose.
Il picciolo, è il gambetto delle foglie con numerosi cerchi, collegamenti vascolare ad anelli, sono corti o lunghi, le foglie sono divise in modo appuntito, hanno forme laterali disuguali alla base, le vene delle foglie sono solitamente libere.
I sori, gruppo di spore non più di 3, solitamente di forma rotonda, si trovano sulle vene o sulla punta delle vene, il sori può essere ricoperto da una escrescenza epidermica
Sporangi a tre file, spore reniformi.
I rizomi sono generalmente robusti, striscianti ascendenti o eretti, rampicanti.

Habitat

Le Dryopteridacee come detto sono distribuite in tutto il mondo, nelle zone temperate e montuose dei tropici, la maggior parte delle specie si trovano nel’ Asia meridionale, sud-orientale e oriental, in Sud Africa li troviamo nella nella Penisola del Capo, verso est e sulle catene montuose fino al Capo Orientale , da lì verso nord del Drakensberg, fino al Soutpansberg e nel Kamiesberg, sono terrestri o crescono sulle rocce.
Negli habitat di prateria le troviamo principalmente nelle doline, conche chiuse, luoghi tipicamente costituiti da rocce calcaree formatosi dopo la dissoluzione del carbonio di calcio che costituisce la roccia, lungo le linee di drenaggio o alle base dei massi dove ricevono protezione.
Negli habitat forestali le troviamo generalmente in lettiere di foglie sul terreno, sulle pietre o rocce e come epifite su piante. In habitat umidi permanentemente o stagionalmente, alcune specie sono limitate a regioni con numerose piogge estive in Africa del sud, altre in regioni dove piove sia in estate che in inverno.
Anche se sembrano non avere effetti su di loro i regolari incendi della vegetazione, che spesso avviene in questi luoghi, i loro rizomi sotterranei ne garantiscono la sopravvivenza

Riproduzione

Le Dryopteridacee si riproducono tramite rizomi, alcune specie acquatiche utilizzano anche radici avventizie.
Le specie con rizomi che si dirigono in giù e in fuori adagiandosi sul terreno, si moltiplicano facilmente per ramificazione oppure si propagano per divisione.
Le specie con rizomi eretti o sub-eretti richiedono la propagazione delle spore perché i germogli non vengono prodotti facilmente.
Le specie con radici avventizie (radici che si formano in particolari condizioni da parti della pianta diversa dalla radice), le troviamo soprattutto nelle forme acquatiche sommerse e quelle che non aderiscono al suolo, tali radici si formano da porzioni di fusti e rami recisi o da rizomi troppo maturi, crescono e si diffondono nel’ ambiente di provenienza.

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